PROGETTO DI SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE CHE OSPITANO ORFANI DI FEMMINICIDIO
PRESENTAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE LE C.A.S.E. ODV E DELLA CASA FAMIGLIA “IO SONO MIO”
L’Associazione “Le C.A.S.E. odv”
L’Associazione “Le C.A.S.E. odv” (Comunità per l’Accoglienza e la Solidarietà contro l’Emarginazione).
L’Associazione ha tra le sue finalità, quella di promuovere e favorire la realizzazione di progetti e di esperienze di vita comunitaria, aperta a chiunque condivida le sue finalità, finalizzati in particolar modo all’accoglienza di adulti e minori, anche in affidamento, in stato di disagio o necessità, senza distinzione di nazionalità, razza, sesso, religione, stato di salute; la realizzazione di progetti di inclusione sociale vengono concordati e svolti in collaborazione con l’autorità giudiziaria, i servizi sociali territoriali, il mondo associativo ed il volontariato.
Tra i suoi compiti e finalità l’Associazione Le C.A.S.E. odv ha anche il compito di sostenere e affiancare tutti coloro che a vario titolo si occupano di progetti di inclusione sociale.
In questi anni l’Associazione ha attivato sul territorio Fiorentino tre comunità educative residenziale a dimensione familiare:
- la casa di Pomino Rufina dal 2020 ad ora accoglie due anziani senza dimora, due studenti africani e un giovane richiedente asilo agli arresti domiciliari.
- la Casa Famiglia “Io sono mio” a Monte Morello (Sesto fiorentino), accoglienza di minori.
- la casa “Il Focolare” a Sovicille (Siena), accoglienza di minori.
- “Aia Santa” a Vicchio (Fi), accoglienza di rifugiati, accoglienza donne in codice rosa, accoglienza corridoio umanitario.
- “Radici Umane” accoglienza di migranti in agricoltura, accoglienza a tutte le persone in stato di difficoltà causata da disabilità, emarginazione.
- “La Gabbianella” Pelago (FI) accoglienza di 2 persone con disabilità.
L’Associazione organizza periodici incontri tra le Case Famiglie, sia per favorire la reciproca conoscenza, l’armonia e la collaborazione che per corsi di formazione permanente volti ad aumentare le competenze e la preparazione dei referenti educativi.
La Casa Famiglia “Io sono mio”
Questa realtà chiamata, “Io sono mio” nasce dalla disponibilità della coppia Simonetta-Permoli, già famiglia affidataria da molti anni presso il Centro Affidi del Comune di Firenze, ad intraprendere il cammino per potersi strutturare legalmente come comunità educativa residenziale a dimensione familiare per l’accoglienza di minori.
Il nome della Casa Famiglia “Io sono mio” è stato pensato da Andrea, secondogenito della coppia, e dà il senso del lavoro principale che viene svolto nella strutture di accoglienza:
- la centralità del minore;
- la costruzione o la ricostruzione di una propria identità intesa come punto cruciale e nodale della propria crescita;
- condivisione degli spazi, dei tempi e delle modalità relazionali e organizzative che caratterizzano una situazione a dimensione familiare.
La casa-famiglia si configura, come una struttura “di passaggio”, di transizione tra la situazioni di vita temporaneamente “inadeguate” offerta al minore dal proprio ambiente familiare e il ritorno nel proprio nucleo d’origine (qualora siano superate le difficoltà che hanno determinato l’allontanamento).
La Casa Famiglia, dopo una esperienza ventennale, ha deciso di iniziare un percorso di trasformazione che porterà alla chiusura progressiva della Casa Famiglia e transitare verso una diversa forma di accoglienza ancora allo studio.
PROGETTO DI SOSTEGNO A COLORO CHE OSPITANO RAGAZZI ORFANI DI FEMMINICIDIO
L’interesse per tale argomento è dovuto dal fatto che presso la Casa Famiglia “Io sono mio” sono ospitati tre ragazzi vittime di femminicidio.
L’esperienza dei Responsabili della Casa Famiglia, in qualità di coppia genitoriale con cui tutti i ragazzi ospiti della struttura si relazionano quotidianamente come una vera e propria famiglia, è maturata attraverso le situazioni dei minori affidati e da questa esperienza ha pensato quanto segue.
1) Preparazione e informazioni che ogni famiglia che intende accogliere minori orfani di femminicidio deve necessariamente avere, sia che siano affidamenti intrafamiliari che etero-familiari.
In particolare, per gli affidamenti intrafamiliari (spesso parenti della vittima), i nonni/zii devono essere preparati, supportati e aiutati ad elaborare prima di tutto il lutto della morte della figlia o sorella in modo che la relazione con il/la nipote non sia inficiata dall’’odio o dal risentimento per la morte della madre/padre. Per la nostra esperienza abbiamo notato che spesso i parenti vivono il percorso dalla morte della persona cara all’accoglienza del nipote alla sua crescita anche con sentimenti di colpa e frustrazione che si riversano sulla vita del/la bambino/a. Spesso i minori vittima di femminicidio hanno difficoltà a vivere con i parenti perché avvertono il clima di “pesantezza” sentendosi quasi estranei a quel nucleo familiare.
La Casa Famiglia offre una consulenza/sostegno telefonico o in presenza presso la struttura, per i nuclei familiari coloro che dovranno accogliere minori orfani di femminicidio, al fine di confrontarsi da famiglia a famiglia in merito all’accoglienza di questi ragazzi.
2) Sostegno per i nuclei familiari che accolgono minori vittime di femminicidio; la Casa Famiglia offre una consulenza/sostegno telefonico o in presenza presso la struttura, per i nuclei familiari coloro che già hanno accolto minori orfani di femminicidio, al fine di confrontarsi da famiglia a famiglia in merito all’accoglienza di questi ragazzi e alle difficoltà quotidiane che si incontrano nel quotidiano; il lavoro con i minori vittime di femminicidio è lungo, pieno difficoltà, di cadute, di piccoli passi in avanti e di grandi passi indietro ma sono anche bambini e ragazzi pieni di risorse, energie con grandi capacità di resilienza. Hanno bisogno di essere costantemente rassicurati, di sentirsi e sentirti, di vivere una vita senza rancore, rabbia e odio.
3) La scuola: centro della vita del/la minore vittima del femminicidio. È necessario sensibilizzare e lavorare con gli insegnanti per sostenere questi ragazzi; non si devono sentire diversi ma vanno sostenuti perché il loro vissuto ha creato una lacerazione netta e profonda che crea mancanza di concentrazione, mancanza di serenità, sfiducia, ecc.
La Casa-Famiglia è disponibile a elaborare progetti di formazione per gli insegnanti, al fine di collaborare a creare informazione/formazione in merito a tale fenomeno.
4) Creare rete.
Creare rete intorno al/la minore. Chi accoglie minori vittime di femminicidio deve riuscire a “fare rete” intorno a questi ragazzi. Per ogni ragazzo ospite presso la nostra Casa Famiglia ci sono tante persone che ognuno per le loro competenze sostiene i minori nei loro percorsi: psicologa, neuropsichiatra, insegnante di sostengo, logopedista, ecc.; la Casa Famiglia è disponibile ad aiutare i nuclei familiare ad individuare i professionisti e le associazioni che possano essere d’aiuto a sostenere il percorso della famiglia e del ragazzo nel progetto di accoglienza e di inclusione.
Creare rete tra famiglie. È necessario anche creare rete tra famiglie che ospitano orfani di femminicidio al fine di poter confrontarsi sul proprio vissuto di persona e di coppia dopo l’accoglienza del ragazzo vittima di femminicidio.
La Casa-Famiglia è disponibile ad accogliere presso la propria struttura incontri di formazione/supervisione, confronto aperto alle famiglie che ospitano minori vittime di femminicidio in momenti di condivisione ma anche di rilassatezza e positività.
Associazione LE C.A.S.E. ODV Casa Famiglia IO SONO MIO
Comunità per l’Accoglienza e la Solidarietà contro l’Emarginazione Via del Poggiolino n. 14 – loc. Montemorello
Via dei Fontarnieri n. 1 – 50068 POMINO RUFINA .FI. 50019 Sesto Fiorentino .FI.
https://associazionelecase.it/index.html - [email protected] [email protected]
C.F. 94064330486 [email protected]
tel. 3497700358 Silvia