"LE MASSE"
Laboratorio Eidetico
IL PROGETTO SI ARTICOLA IN 4 MICRO PROGETTI
1) progetto per ragazzi 10-17 anni di età chiamato “Fonte di Morello”;
2) progetti per ragazzi 18-21 anni di età chiamato “Fonte dei seppi”;
3) accompagnamento a nuclei familiari con ragazzi/e in difficoltà chiamato “Fonte del ciliegio”;
4) accompagnamento a nuclei familiari con bambini/e e/o ragazzi/e in adozione e/o affidamento familiare chiamato “Fonte del nocciolo”;
2) progetti per ragazzi 18-21 anni di età chiamato “Fonte dei seppi”;
3) accompagnamento a nuclei familiari con ragazzi/e in difficoltà chiamato “Fonte del ciliegio”;
4) accompagnamento a nuclei familiari con bambini/e e/o ragazzi/e in adozione e/o affidamento familiare chiamato “Fonte del nocciolo”;
PROGETTO “FONTE DI MORELLO” (PER ADOLESCENTI 10-17 ANNI)Destinatari / Beneficiari
Adolescenti dai 10 ai 17 anni di età segnalate dal servizio sociale, servizi specialistici, scuole medie e superiori, familiari. |
PROGETTO “FONTE DEI SEPPI” (PER RAGAZZI 18-21 ANNI)Destinatari / Beneficiari
Ragazzi/e dai 18 ai 21 anni di età segnalate dal servizio sociale, servizi specialistici, scuole medie e superiori, familiari. |
Breve descrizione dell’iniziativa progettuale
I/le ragazzi/e i minorenni, vengono inseriti nel progetto sperimentale che l’Associazione Le Case ha intenzione di realizzare in favore di ragazzi/e e minorenni, che hanno necessità di avere un percorso “personalizzato” e finalizzato al far si che ognuno sviluppi i propri personali talenti. L’accompagnamento di tali ragazzi e minorenni, avviene attraverso una figura dedicata definito “tutor per l’autonomia”. Il tutor si integra nella rete di relazioni del ragazzo e della ragazza e dei minorenni e collabora con tutti i professionisti che a vario titolo interagiscono con esso e favorisce la realizzazione delle azioni previste nel progetto individualizzato all’interno del quale sono previste misure mirate di sostegno. |
Obiettivi previsti / Risultati attesi
L’obiettivo prioritario è quello promuovere le capacità del singolo, aiutandolo e sostenendolo nello sviluppare le proprie abilità, per trasformarle in competenze, quale insieme di comportamenti che il soggetto adotta sulla base di un sapere acquisito (conoscenze) e di un saper fare (abilità).
Il processo di accompagnamento dei ragazzi sarà in continua evoluzione, “in progress”, e terrà conto del percorso personale, del tempo richiesto dalle caratteristiche affettivo/emotive, sociali, relazionali, cognitive di ciascuno.
L’Associazione Le Case presso la struttura di Sesto Fiorentino potrà realizzare i seguenti laboratori:
“Mi prendo cura”: presso la struttura convivono vari animali (Pony, miniponi, asini, emù, alpaca, pecora, oche, galline, conigli, cane, gatti) che il minore e o ragazzo/a – accompagnato da un tutor di riferimento – dovrà accudire mettendo in essere i seguenti interventi:
“Coltivando”: l’Associazione Le Case nella struttura di Sesto Fiorentino ha a disposizione molti ettari di terreno e pertanto il minore e o ragazzo/a sarà inserito nel progetto “Coltivando”, cioè la realizzazione e manutenzione dell’orto con i prodotti di stagione:
Ulteriori laboratori: a seconda delle attitudini del ragazzo/a e o minore, si possono attivare vari laboratori come:
PROGETTO “FONTE DEL CILIEGIO” ACCOMPAGNAMENTO NUCLEI FAMILIARI CON RAGAZZI/E IN DIFFICOLTÀ
Analisi del contesto
Dagli studi recenti in area sociologica e psicosociale è emerso sempre più che le cosiddette “lievi vulnerabilità e fragilità familiari” non rientrano tra gli interventi diretti dei servizi incaricati alla tutela minorile, impegnati su situazioni di disagio gravi e segnalati dagli organi giudiziari competenti.
Al fine di evitare lacune di intervento e aree sociali bisognose, ma di fatto prive di sostegno, l’Associazione Le Case ha pensato alla proposta di affiancamento “famiglia-famiglia”, con l’obiettivo di sperimentare nuove possibili strade di intervento, a scopo preventivo, ovvero per intercettare le grandi sfide socio-familiari prima che evolvessero in relazioni gravemente disfunzionali.
Dal confronto di questi ultimi con molti nuclei familiari che si sono rivolti spontaneamente alla Casa famiglia “Io sono mio” è stato notato che molte famiglie in difficoltà spesso ritardano la richiesta di aiuto ai servizi sociali, eccetto quando la situazione è ormai grave e compromessa. Ciò molto spesso accade per vergogna o per una errata percezione e rielaborazione delle difficoltà che si stanno affrontando.
D’altro canto, i servizi al momento dell’intervento, si vedono costretti ad attivare provvedimenti di un forte impatto, cioè di tipo emergenziale; così facendo, si ritrovano loro malgrado, ad alimentare ancor di più la crisi familiare e ad incrementare aree di conflittualità.
Destinatari / Beneficiari
Nuclei familiari che necessitano di un confronto costante e/o continuativo per un periodo di tempo per problematiche connesse alla gestione relazione con i propri figli in età preadolescenziale e adolescenziale.
Breve descrizione dell’iniziativa progettuale
L’affiancamento a nuclei familiari con ragazzi/ragazze in difficoltà è pensata per sostenere famiglie che vivono una situazione di temporanea difficoltà nella gestione della propria vita quotidiana e nelle relazioni educative con i figli. Il focus non è solo il ragazzo, ma tutto il suo nucleo familiare: una famiglia “professionale” sostiene e aiuta un’altra famiglia in difficoltà, e tutti i componenti di entrambi i nuclei vengono coinvolti in una relazione basata sulla fiducia, sul consenso e sulla reciprocità.
L’affiancamento familiare si rivolge a nuclei familiari in situazione di fragilità.
Sono famiglie che non riescono temporaneamente, con le proprie risorse, a fronteggiare la compresenza di più problematiche interne (gestione organizzativa e relazionale rispetto a coppia, figli, quotidianità) o esterne (rete parentale e/o amicale, istituzioni scolastiche, sanitarie, sociali).
L’affiancamento familiare rappresenta una forma di condivisione di risorse e vulnerabilità, in un approccio di reciprocità adattativa.
Modalità di realizzazione:
Si realizza mediante l’elaborazione condivisa di un progetto educativo, che vede coinvolti parimenti tutti i componenti di entrambi i nuclei, in una partecipazione equilibrata rispetto al genere, all’età, alle competenze ed alle esperienze di ciascuno.
Le due famiglie scelgono degli spazi e dei momenti di incontro; durante l’incontro ci si osserva, si ascolta, ci si confronta su argomenti anche molto personali e si entra in una condivisione profonda.
Uno degli elementi essenziali dall’affiancamento è il metodo del cambiamento di prospettiva, rispetto al problema da affrontare.
L’affiancamento è uno strumento di intervento sociale, che consente di partire dalle risorse delle famiglie, e non irrigidire lo sguardo soltanto sulle aree di problematicità.
Gli operatori coinvolti, ma soprattutto le due famiglie riflettono insieme su quali siano i problemi che l’affiancamento può contribuire ad affrontare, sua quali siano i punti di forza e di resilienza della famiglia in questione, costruendo una rappresentazione del gruppo famiglia, che viene in questo modo reinterpretato e non ʺetichettato ed ingabbiatoʺ all’interno del suo problema.
PROGETTO “FONTE DEL NOCCIOLO” ACCOMPAGNAMENTO A NUCLEI FAMILIARI CON BAMBINI/E E/O RAGAZZI/E IN ADOZIONE E/O AFFIDAMENTO FAMILIARE
Analisi del contesto
Negli ultimi anni la Casa famiglia si è trovata a relazionarsi con famiglie che affrontano una crisi adottiva o di affidamento familiare cercando spiegazioni mediche, psicologiche che possano dare un senso a quello che sta succedendo, con l’unico risultato di delegare ancora a terzi la cura nei confronti del minore adottivo o in affidamento.
L’Associazione Le Case, tramite l’esperienza ventennale della copia che gestisce la Casa famiglia “Io sono mio” e che sono stati coppia affidataria e adottiva, si propongono come “accompagnatori” di altre famiglie adottive e affidatarie per una crescita condivisa e partecipata delle problematiche che possono essere riscontrate nel cammino adottivo o affidatario.
Destinatari / Beneficiari
Nuclei familiari affidatari e adottivi che necessitano di un confronto costante e/o continuativo per un periodo di tempo per problematiche connesse alla gestione relazione con i propri figli adottivi o in affidamento familiare.
Breve descrizione dell’iniziativa progettuale
L’affiancamento a nuclei familiari con ragazzi/ragazze in difficoltà è pensata per sostenere famiglie che vivono una situazione di temporanea difficoltà nella gestione della propria vita quotidiana e nelle relazioni educative con i figli. Il focus non è solo il ragazzo, ma tutto il suo nucleo familiare: una famiglia “professionale” sostiene e aiuta un’altra famiglia in difficoltà, e tutti i componenti di entrambi i nuclei vengono coinvolti in una relazione basata sulla fiducia, sul consenso e sulla reciprocità.
Modalità di realizzazione:
Si realizza mediante l’elaborazione condivisa di un progetto educativo, che vede coinvolti parimenti tutti i componenti di entrambi i nuclei, in una partecipazione equilibrata rispetto al genere, all’età, alle competenze ed alle esperienze di ciascuno.
Le due famiglie scelgono degli spazi e dei momenti di incontro; durante l’incontro ci si osserva, si ascolta, ci si confronta su argomenti anche molto personali e si entra in una condivisione profonda.
Uno degli elementi essenziali dall’affiancamento è il metodo del cambiamento di prospettiva, rispetto al problema da affrontare.
L’affiancamento è uno strumento di intervento sociale, che consente di partire dalle risorse delle famiglie, e non irrigidire lo sguardo soltanto sulle aree di problematicità.
Gli operatori coinvolti, ma soprattutto le due famiglie riflettono insieme su quali siano i problemi che l’affiancamento può contribuire ad affrontare, sua quali siano i punti di forza e di resilienza della famiglia in questione, costruendo una rappresentazione del gruppo famiglia, che viene in questo modo reinterpretato e non ʺetichettato ed ingabbiatoʺ all’interno del suo problema.
L’obiettivo prioritario è quello promuovere le capacità del singolo, aiutandolo e sostenendolo nello sviluppare le proprie abilità, per trasformarle in competenze, quale insieme di comportamenti che il soggetto adotta sulla base di un sapere acquisito (conoscenze) e di un saper fare (abilità).
Il processo di accompagnamento dei ragazzi sarà in continua evoluzione, “in progress”, e terrà conto del percorso personale, del tempo richiesto dalle caratteristiche affettivo/emotive, sociali, relazionali, cognitive di ciascuno.
L’Associazione Le Case presso la struttura di Sesto Fiorentino potrà realizzare i seguenti laboratori:
“Mi prendo cura”: presso la struttura convivono vari animali (Pony, miniponi, asini, emù, alpaca, pecora, oche, galline, conigli, cane, gatti) che il minore e o ragazzo/a – accompagnato da un tutor di riferimento – dovrà accudire mettendo in essere i seguenti interventi:
- Preparazione e somministrazione del cibo;
- Pulizia degli ambienti dove abitano gli animali ospiti della
- Pulizia degli animali al bisogno;
- Rispetto degli orari e delle necessità degli animali ospiti.
“Coltivando”: l’Associazione Le Case nella struttura di Sesto Fiorentino ha a disposizione molti ettari di terreno e pertanto il minore e o ragazzo/a sarà inserito nel progetto “Coltivando”, cioè la realizzazione e manutenzione dell’orto con i prodotti di stagione:
- preparazione del terreno;
- semina e collocazione nel terreno degli ortaggi di stagione;
- pulizia del terreno, annaffiatura e cura delle piantine fino al raccolto;
- raccolto verdure;
- consumazione dei prodotti.
Ulteriori laboratori: a seconda delle attitudini del ragazzo/a e o minore, si possono attivare vari laboratori come:
- Progetto “Mettere le mani in pasta”: laboratorio di panificazione (scelta delle farine, come si impasta per ottenere il pane, la lievitazione, la cottura) per otterene pane, schiacciata, pizza, pasta, ecc.
- Laboratorio di cucina: “Dall’orto alla tavola” Realizzazione di conserve, prodotti sotto olio, ecc. con i prodotti dell’orto che i ragazzi hanno coltivato;
- Laboratorio “Fabbricando” per la realizzazione di piccoli oggetti di legno.
- Laboratorio di “Cucito ed arti domestiche” per la realizzazione di piccoli oggetti di tessuto e apprendimento inerente la cura dell’abitazione e dei lavori domestici “classici” (pulizie, bucato, ecc.)
PROGETTO “FONTE DEL CILIEGIO” ACCOMPAGNAMENTO NUCLEI FAMILIARI CON RAGAZZI/E IN DIFFICOLTÀ
Analisi del contesto
Dagli studi recenti in area sociologica e psicosociale è emerso sempre più che le cosiddette “lievi vulnerabilità e fragilità familiari” non rientrano tra gli interventi diretti dei servizi incaricati alla tutela minorile, impegnati su situazioni di disagio gravi e segnalati dagli organi giudiziari competenti.
Al fine di evitare lacune di intervento e aree sociali bisognose, ma di fatto prive di sostegno, l’Associazione Le Case ha pensato alla proposta di affiancamento “famiglia-famiglia”, con l’obiettivo di sperimentare nuove possibili strade di intervento, a scopo preventivo, ovvero per intercettare le grandi sfide socio-familiari prima che evolvessero in relazioni gravemente disfunzionali.
Dal confronto di questi ultimi con molti nuclei familiari che si sono rivolti spontaneamente alla Casa famiglia “Io sono mio” è stato notato che molte famiglie in difficoltà spesso ritardano la richiesta di aiuto ai servizi sociali, eccetto quando la situazione è ormai grave e compromessa. Ciò molto spesso accade per vergogna o per una errata percezione e rielaborazione delle difficoltà che si stanno affrontando.
D’altro canto, i servizi al momento dell’intervento, si vedono costretti ad attivare provvedimenti di un forte impatto, cioè di tipo emergenziale; così facendo, si ritrovano loro malgrado, ad alimentare ancor di più la crisi familiare e ad incrementare aree di conflittualità.
Destinatari / Beneficiari
Nuclei familiari che necessitano di un confronto costante e/o continuativo per un periodo di tempo per problematiche connesse alla gestione relazione con i propri figli in età preadolescenziale e adolescenziale.
Breve descrizione dell’iniziativa progettuale
L’affiancamento a nuclei familiari con ragazzi/ragazze in difficoltà è pensata per sostenere famiglie che vivono una situazione di temporanea difficoltà nella gestione della propria vita quotidiana e nelle relazioni educative con i figli. Il focus non è solo il ragazzo, ma tutto il suo nucleo familiare: una famiglia “professionale” sostiene e aiuta un’altra famiglia in difficoltà, e tutti i componenti di entrambi i nuclei vengono coinvolti in una relazione basata sulla fiducia, sul consenso e sulla reciprocità.
L’affiancamento familiare si rivolge a nuclei familiari in situazione di fragilità.
Sono famiglie che non riescono temporaneamente, con le proprie risorse, a fronteggiare la compresenza di più problematiche interne (gestione organizzativa e relazionale rispetto a coppia, figli, quotidianità) o esterne (rete parentale e/o amicale, istituzioni scolastiche, sanitarie, sociali).
L’affiancamento familiare rappresenta una forma di condivisione di risorse e vulnerabilità, in un approccio di reciprocità adattativa.
Modalità di realizzazione:
Si realizza mediante l’elaborazione condivisa di un progetto educativo, che vede coinvolti parimenti tutti i componenti di entrambi i nuclei, in una partecipazione equilibrata rispetto al genere, all’età, alle competenze ed alle esperienze di ciascuno.
Le due famiglie scelgono degli spazi e dei momenti di incontro; durante l’incontro ci si osserva, si ascolta, ci si confronta su argomenti anche molto personali e si entra in una condivisione profonda.
Uno degli elementi essenziali dall’affiancamento è il metodo del cambiamento di prospettiva, rispetto al problema da affrontare.
L’affiancamento è uno strumento di intervento sociale, che consente di partire dalle risorse delle famiglie, e non irrigidire lo sguardo soltanto sulle aree di problematicità.
Gli operatori coinvolti, ma soprattutto le due famiglie riflettono insieme su quali siano i problemi che l’affiancamento può contribuire ad affrontare, sua quali siano i punti di forza e di resilienza della famiglia in questione, costruendo una rappresentazione del gruppo famiglia, che viene in questo modo reinterpretato e non ʺetichettato ed ingabbiatoʺ all’interno del suo problema.
PROGETTO “FONTE DEL NOCCIOLO” ACCOMPAGNAMENTO A NUCLEI FAMILIARI CON BAMBINI/E E/O RAGAZZI/E IN ADOZIONE E/O AFFIDAMENTO FAMILIARE
Analisi del contesto
Negli ultimi anni la Casa famiglia si è trovata a relazionarsi con famiglie che affrontano una crisi adottiva o di affidamento familiare cercando spiegazioni mediche, psicologiche che possano dare un senso a quello che sta succedendo, con l’unico risultato di delegare ancora a terzi la cura nei confronti del minore adottivo o in affidamento.
L’Associazione Le Case, tramite l’esperienza ventennale della copia che gestisce la Casa famiglia “Io sono mio” e che sono stati coppia affidataria e adottiva, si propongono come “accompagnatori” di altre famiglie adottive e affidatarie per una crescita condivisa e partecipata delle problematiche che possono essere riscontrate nel cammino adottivo o affidatario.
Destinatari / Beneficiari
Nuclei familiari affidatari e adottivi che necessitano di un confronto costante e/o continuativo per un periodo di tempo per problematiche connesse alla gestione relazione con i propri figli adottivi o in affidamento familiare.
Breve descrizione dell’iniziativa progettuale
L’affiancamento a nuclei familiari con ragazzi/ragazze in difficoltà è pensata per sostenere famiglie che vivono una situazione di temporanea difficoltà nella gestione della propria vita quotidiana e nelle relazioni educative con i figli. Il focus non è solo il ragazzo, ma tutto il suo nucleo familiare: una famiglia “professionale” sostiene e aiuta un’altra famiglia in difficoltà, e tutti i componenti di entrambi i nuclei vengono coinvolti in una relazione basata sulla fiducia, sul consenso e sulla reciprocità.
Modalità di realizzazione:
Si realizza mediante l’elaborazione condivisa di un progetto educativo, che vede coinvolti parimenti tutti i componenti di entrambi i nuclei, in una partecipazione equilibrata rispetto al genere, all’età, alle competenze ed alle esperienze di ciascuno.
Le due famiglie scelgono degli spazi e dei momenti di incontro; durante l’incontro ci si osserva, si ascolta, ci si confronta su argomenti anche molto personali e si entra in una condivisione profonda.
Uno degli elementi essenziali dall’affiancamento è il metodo del cambiamento di prospettiva, rispetto al problema da affrontare.
L’affiancamento è uno strumento di intervento sociale, che consente di partire dalle risorse delle famiglie, e non irrigidire lo sguardo soltanto sulle aree di problematicità.
Gli operatori coinvolti, ma soprattutto le due famiglie riflettono insieme su quali siano i problemi che l’affiancamento può contribuire ad affrontare, sua quali siano i punti di forza e di resilienza della famiglia in questione, costruendo una rappresentazione del gruppo famiglia, che viene in questo modo reinterpretato e non ʺetichettato ed ingabbiatoʺ all’interno del suo problema.